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Giornata del FAI di Primavera – Villa Gregoriana
24 Marzo 2019
Nella giornata del FAI visitiamo la fantastica Villa Gregoriana a Tivoli
PROGRAMMA
Tipologia | Difficoltà | Lunghezza | Dislivello | Trasporto |
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- Itinerario
- All’andata, partendo dalla stazione della Metro ”C” Finocchio, percorreremo Via di Rocca Cencia fino a Osteria dell’Osa e continueremo su Via Polense per giungere a Colle Merulino; prenderemo Via Tivolese, Via Maremmana Inferiore, Str. Roccabruna, Via di Villa Adriana fino a incrociare Via Tiburtina; la percorreremo per circa duecento metri e gireremo a sinistra su Str. degli Orti, Via del Colle (in salita impegnativa) e giungere al centro di Tivoli. Proseguiremo, per circa duecento metri (su strada a senso unico contrario), su Via San Valerio e arrivare, dopo aver attraversato lo spettacolare Ponte sul fiume Aniene, fino al Parco di Villa Gregoriana.
Al ritorno, percorreremo Via Quintino Varo sulla riva destra dell’Aniene, per osservare dal belvedere lo straordinario panorama delle cascate. Continueremo sulla stessa strada, gireremo a sinistra su Via SS. di Quintiliolo (discesa impegnativa) e ancora a sinistra su Str. Collenocello; dopo meno di duecento metri volteremo a destra su Str. dell’Aquoria per incrociare Str. degli Orti e riprendere la strada dell’andata fino alla stazione della Metro “C” Finocchio.In occasione delle Giornate FAI di Primavera, la scoperta di un luogo speciale dell’immenso patrimonio paesaggistico italiano non è solo un’esperienza che va ad arricchire il bagaglio culturale di ogni visitatore, ma un’occasione straordinaria di incontro tra persone di età, interessi, provenienza diversi unite dal desiderio di conoscere luoghi eccezionali del proprio territorio. Luoghi di cui tornare a fruire come visitatori e sui quali accendere i riflettori affinché possano essere tutelati e valorizzati.
Il Parco “Villa Gregoriana”
Alle falde dell’acropoli di Tivoli, dove svettano i templi di Vesta e di Tiburno, sorge uno dei parchi più belli d’Italia. Un sentiero idilliaco ci condurrà in un folto bosco di alberi secolari, dove il sole stenta a illuminare le ricche vestigia della villa romana di Manlio Vopisco. Percorreremo il bordo di precipizi vertiginosi e ci inoltreremo in buie gallerie inquietanti, viottoli rupestri che serpeggiano su percorsi scoscesi e scalinate corrose dal tempo ci condurranno alla scoperta di una natura fantastica, nello straordinario paesaggio scandito da corsi d’acqua e cascatelle che delizieranno i nostri sensi.
Visita del Parco
Accediamo nel parco dall’ingresso di Via Quintino Varo. Subito dopo la biglietteria, un lungo viale alberato ci conduce verso la prima sosta: un piccolo belvedere che si protende sul parco da cui si ha una vista globale del parco e dell’acropoli romana. Proseguendo si giunge sulla terrazza prospiciente la grande cascata per vedere l’acqua sgorgare dai cunicoli di monte Catillo traforato nel 1832. Da qui si torna indietro e tra i grandi lecci e le siepi di bosso si scoprono gli imponenti ruderi della Villa romana di Manlio Vopisco (114 d.C.): un vasto complesso edilizio che occupava un’area di oltre due ettari. I resti ancora visibili si riferiscono alle sostruzioni di un grande edificio scomparso, forse distrutto dalla furia delle acque alluvionali. Avanzando lungo il sentiero una breve diramazione ci conduce su una piccola terrazza per vedere da vicino il canale della Stipa e la cascata del Bernini. Tornando indietro il percorso procede su una serie di tornanti tra splendide rocce calcaree per giungere in un piccolo belvedere che offre una vista magnifica sulla Grotta di Nettuno. Proseguiamo verso la Valle dell’inferno, dove si apre la Grotta delle Sirene: una cavità spettacolare dove l’acqua è inghiottita nelle profondità della terra. Sotto la grotta, un ponte naturale detto Ponte Lupo, scavalca il fiume Aniene che forma tra le pareti rocciose una delle tante cascatelle. Qui si può sostare per ammirare le bellezze della natura prima di affrontare la salita che conduce alla Grotta di Nettuno. Proseguiamo lungo il sentiero che sale sul fianco opposto della parete per giungere nei pressi del Traforetto: una galleria artificiale illuminata da grandi feritoie, aperta dal generale Miollis nel 1809, per agevolarne il passaggio. La Grotta di Nettuno è una maestosa caverna scavata dal fiume con pareti calcaree segnate dall’erosione delle acque che hanno trasformato i tre ambienti comunicanti originali in un’unica grande grotta. Il percorso procede in salita verso l’Acropoli dove i famosi templi di Vesta e Tiburno, immortalati da famosi pittori paesaggisti fra cui Nicolas Poussin e Claude Lorrain, possono finalmente essere ammirati nella loro evidente bellezza.
Notizie storiche
Già nel 1809, per volontà del Governatore di Roma, la natura venne plasmata secondo il gusto neoclassico. Furono creati belvederi e punti di sosta per consentire al visitatore di godere appieno del paesaggio arcadico. Fu anche scavata una galleria, con strette aperture, per permettere la visita della Grotta di Nettuno.
Nel 1826 una catastrofica piena dell’Aniene travolse Tivoli distruggendo molti edifici situati nella città antica. La disastrosa inondazione indusse lo Stato Pontificio a intervenire. Per volere di Papa Gregorio XVI (1831-1846) e su progetto di Clemente Folchi, ingegnere idraulico, fu traforato il monte Catillo creando lunghi cunicoli che deviarono il corso del fiume. L’opera fu compiuta in soli due anni dal 1832 al ’34 e inaugurata l’anno successivo. Nel 1870 la Villa Gregoriana passò allo Stato Italiano e rimase una delle principali attrattive del turismo tiburtino
Nonostante il particolare fascino del luogo e la sua straordinaria bellezza artistica, il “Parco Villa Gregoriana” è rimasto chiuso al pubblico e quasi dimenticato per molti anni a causa della mancanza di manutenzione. Proprio al fine di arrestare il degrado e permetterne il suo utilizzo, il FAI – Fondo per l’ambiente Italiano – è intervenuto urgentemente avviando un profondo restauro e valorizzazione. Dal maggio 2005 si sono finalmente riaperti i cancelli del Parco.
ACCOMPAGNATORI
- Walter De Dominicis – Tel. 338-6245006 / 06-5138104 – E-mail dedos45@libero.it
INFORMAZIONI
- Appuntamento
- Domenica 24 marzo ore 9,00 – Stazione Finocchio della Metro "C"
- Note
- pranzo al sacco
casco obbligatorio
acqua oltre la borraccia
abbigliamento stagionale
luci consigliate
lucchetto obbligatorio - Costi
- Contributo volontario al FAI di 3/5 Euro
- Immagini
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