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    Una mattina in giro per Roma – Roma antica: civiltà dell’acqua

    2 Ottobre 2016

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    Fontane, ninfei, acquedotti e terme imperiali, in uno scenario incantevole tra campagna romana e centro storico. Prevista una visita guidata alle Terme di Caracalla (ingresso gratuito).

    PROGRAMMA

    Tipologia Difficoltà Lunghezza Dislivello Trasporto
    Cicloturistica
     Percorso con lievi dislivelli, facile
    25 km
    n.d. m
    Solo bici
    Itinerario
    L’itinerario si sviluppa principalmente in direzione delle terme imperiali (Caracalla, Tito, Traiano, Agrippa, Nerone, Costantino e Diocleziano); si prosegue poi verso Porta Maggiore, Via del Mandrione, Tor Fiscale e l’area degli Acquedotti. Al ritorno si passerà da Via Appia Antica.
    E’ prevista una visita guidata all’interno delle Terme di Caracalla e delle Terme di Diocleziano (con ingresso gratuito).

    Civiltà dell’acqua
    Per gli antichi, l’acqua ha rappresentato da sempre un veicolo fondamentale per la nascita e lo sviluppo della civiltà. In tutte le civiltà antiche, i luoghi segnati dalla presenza dell’acqua (sorgenti, laghi, fiumi), erano considerati sacri secondo concezioni religiose in cui l’elemento culturale era intimamente legato con quello naturale.
    Il territorio romano, nel suo aspetto primitivo, era circondato dalle acque: oltre al fiume Tevere, all’Aniene e all’Almone, c’erano tantissime sorgenti naturali che fluivano dai colli per impaludarsi a valle dove sorsero poi il Foro Romano, il Circo Massimo, e il Campo Marzio. Grazie alle numerose sorgenti e alle proprietà curative che i romani attribuivano, era consuetudine venerarle in quanto ritenute capaci di guarire molte malattie: in particolare la fonte della Camene, fuori porta Capena, e la fonte Giuturna, nel Foro Romano.
    Terme imperiali e balnea
    Già all’inizio del II secolo a.C. si diffusero a Roma degli ambienti riscaldati (balnea), di derivazione greca, dove era possibile fare un bagno caldo a coloro non poteva permetterselo in casa. Questi impianti si moltiplicarono in poco tempo e divennero sempre più comodi, spaziosi e ben organizzati. Il connubio tra bagno ed esercizio fisico, nonché le maggiori disponibilità economiche dei cittadini, contribuì a far aumentare in misura notevole la frequentazione dei balnea. Intorno al I secolo a.C. gli stabilimenti raggiunsero le 170 unità; nel IV secolo d.C. avevano superato quota 900, escludendo le undici grandi terme imperiali.
    Alla fine della Repubblica con l’intervento di Agrippa, che costruì la prima terma imperiale, si realizzò un notevole progresso: tra il 25 e il 19 a.C. egli fece edificare in Campo Marzio il primo stabilimento balneare di nuova concezione con nome derivato dal greco “thermae”. Oggi è rimasto ben poco di questo impianto, ubicato nei pressi del Pantheon, ma abbiamo una sufficiente documentazione per riconoscere la ricchezza delle decorazioni e la perfezione degli impianti. Lo stabilimento era caratterizzato da una distribuzione irregolare di ambienti attorno a una grande sala rotonda, coperta a cupola, che aveva un diametro di circa 25 metri. L’impianto era alimentato dall’acquedotto Vergine (Aqua Virgo) che lo stesso Agrippa aveva fatto costruire in quegli anni.
    Ancora in Campo Marzio, nel 60 d.C., Nerone fece edificare le sue terme ubicandole a nord di quelle di Agrippa e alimentandole sempre dall’acquedotto Vergine. Si ritiene che queste terme costituiscano l’esempio più antico di impianto termale di nuova concezione, utilizzato in seguito dalle grandi terme imperiali: un edificio con disposizione simmetrica degli ambienti rispetto all’asse centrale.
    Qualche anno più tardi (80 d.C.) l’imperatore Tito inaugurò le sue terme, delle quali abbiamo scarsissimi resti nei pressi del Colosseo: per fortuna se ne conosce la pianta grazie a un disegno del Palladio, che ricostruì la planimetria sulla base dei resti ancora consistenti nella seconda metà del Cinquecento.
    Sempre su Colle Oppio Traiano fece erigere le sue grandiose terme. Terminate nel 109 furono eseguite, inglobando i resti della Domus Aurea di Nerone, da Apollodoro di Damasco, l’architetto esclusivo dell’imperatore. Oltre alle dimensioni enormi degli ambienti e la creazione di un recinto esterno, si distinguono per l’orientamento: sale calde disposte a sud-ovest per sfruttare i raggi del sole pomeridiano e sale fredde esposte a nord-est.
    Le terme Antoniniane, volute dall’imperatore Caracalla, furono inaugurate nel 216 d.C. ed erano ad ingresso libero. Costituiscono ancora oggi uno degli esempi meglio conservati di terme imperiali, dov’è possibile percepire il fascino del tempo, ripercorrendo ambienti fastosi e ricchi di storia. Erano alimentate da una diramazione dell’Aqua Marcia, di cui si riconoscono gli archi che portavano l’acqua verso le cisterne e oltrepassavano la Via Appia Antica sull’Arco di Druso. La fama di queste terme si deve soprattutto alla straordinaria bellezza delle sue decorazioni. Ancora oggi si possono ammirare le famose sculture rinvenute nel 1547 durante il pontificato di Paolo III Farnese: il Toro Farnese, la Flora e l’Ercole Farnese esposte al Museo Nazionale di Napoli; le grandi vasche monolitiche di granito egizio riutilizzate nel 1612 per la decorazione di Piazza Farnese.
    Le terme di Diocleziano, le più grandi costruite a Roma e in tutte le province romane, furono edificate tra il 298 e il 306 e alimentate da un ramo dell’Aqua Marcia; erano talmente ampie che potevano ospitare contemporaneamente più di 3.00 persone. Ancora oggi, pur se le distruzioni compiute in varie epoche hanno eliminato per sempre gran parte dell’organismo, è possibile immaginare la sua grandezza osservando l’antica aula basilicale (frigidarium), trasformata da Michelangelo nella basilica di Santa Maria degli Angeli e l’antica palestra termale, modificata in chiostro dell’ex convento dei Certosini (oggi sostituito dal Museo Nazionale Romano).
    Le ultime terme imperiali furono costruite da Costantino, intorno al 315, nell’area del Colle Quirinale. Erano più piccole delle altre, perché prive di recinto perimetrale (porticus), ma molto raffinate e ricche di decorazioni scultoree. Tuttora si possono ammirare perché dislocate in più punti della città: il gruppo equestre dei Dioscuri è collocato al centro di Piazza del Quirinale; le statue di Costantino e del figlio Costante II sono sistemate sulla balaustra di Piazza del Campidoglio; le due statue delle divinità fluviali poste alla base di Palazzo Senatorio..

    ACCOMPAGNATORI

    Walter De Dominicis – Tel. 338-6245006 / 06-5138104 – E-mail dedos45@libero.it

    INFORMAZIONI

    Appuntamento
    Domenica 2 ottobre 2016 – ore 9:00 – Stazione Metro Piramide (giardinetto di fronte)
    Note
    pranzo al sacco
    casco consigliato
    acqua oltre la borraccia
    abbigliamento adeguato
    luci
    lucchetto (da non dimenticare)

    Per rinnovare la tessera annuale o diventare socio porta alla gita questo modulo compilato e firmato.

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    Dettagli

    Data:
    2 Ottobre 2016
    Categoria Evento:
    Uscite
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